Cartoline dallo Stammlager 307

Questa cartolina che mio padre spedì alle sue zie dal campo di concentramento di Deblin-Irena (stammlager 307) ha la data del 27 luglio 1944, anche se il timbro di partenza è del 21 agosto e quello di arrivo a destinazione è del 14 ottobre. 

E’ una cartolina come tante altre che circolano sul web, ma è unica per quel particolare indirizzo “Via Natale Conte 23”, che indicherebbe una via se non fosse che a Parghelia questa via non è mai esistita. Tra le cartoline che mio padre mandava dal campo (tra le poche rimaste) questa è l’unica che testimonia la sua abitudine di aggirare la censura del lager usando lo spazio riservato alla via per lanciare messaggi. Usando a volte, come in questo caso, un codice famigliare improvvisato che solo le zie potevano decifrare.

In effetti, nel piccolo paesino della Calabria non c’era bisogno di indicare la via perché gli abitanti si conoscevano tutti e il postino poteva identificare il destinatario col solo nome e cognome. Così, quel piccolo spazio riservato all’indirizzo era la via di fuga di mio padre per uscire dal campo e raccontarsi in libertà, rivelando le sue vere condizioni di internato militare.

Le zie mi raccontarono che in quello spazio lessero di volta in volta: “Via Trattacidacani”, “Via Convoipresto”, “Via della Fame”, mentre nel testo ufficiale si chiedevano notizie dei famigliari, si parlava di pacchi viveri, o si fornivano notizie edulcorate.

Cosa mio padre volesse dire con “Via Natale Conte 23” posso ricostruirlo dai loro racconti facendomi strada tra i miei ricordi di bambino. Credo che  Natale Conte fosse un personaggio del paese, noto per la sua magrezza e macilenza e mio padre, nominandolo, faceva sapere delle sue condizioni fisiche, di come fosse divenuto magro e di come la sua salute fosse precaria e il morale a terra. Anche se non rinunciava a un guizzo di umorismo in forma di beffa nei confronti della censura.


Nessun commento:

Posta un commento