Che fine ha fatto il COVID-19?

Sappiamo che una delle prime azioni dell'attuale governo è stata quella di cancellare la memoria della pandemia. Infatti, se ricordate, in un confuso borbottio su scienza e ideologia, il nostro Presidente del Consiglio ha giudicato con sprezzo i provvedimenti che negli anni precedenti hanno affrontato il problema e si è adoperato per cancellarne ogni traccia. Con l'aria spaccona tipica di certi detti che ancora, anche se un po’ sbiaditi, resistono sui muri di edifici pubblici e case private. Così ho tratto l’ispirazione per il montaggio fotografico con cui illustro l’incipit di questo post. Mi sembra che il motto stentoreo
 “IL COVID SI COMBATTE IGNORANDOLO” 
si collochi a pieno titolo tra quelli di una volta.

Ma tornando al COVID (che non è scomparso) possiamo dire che comunque stiamo attraversando una fase di decrescita che sembrerebbe dar ragione alle baldanzose opinioni negativiste o almeno riduzioniste del nuovo corso. Se volete un bilancio della situazione guardate la figura qui sotto dove ho riportato i dati sui casi giornalieri a partire dall’inizio dell’epidemia. Le line verticali separano tre fasi principali: a partire da sinistra troviamo quella del primo stretto lockdown e della sua attenuazione, poi quella della vaccinazione intensiva e infine quella dominata dalla variante OMICRON.


Vediamo che la gestione della situazione è stata efficace nel passato e ha infine permesso all’attuale governo di adottare il motto baldanzoso.
Precisamente vediamo che nella prima fase (drammatica) le misure di lock-down, seppure pesanti, hanno permesso di contenere la diffusione della malattia al di sotto di ogni altro livello raggiunto in tutto il corso dell’epidemia. Nella seconda fase lo sforzo intensivo per garantire un alto livello di vaccinazione ha ottenuto i suoi effetti sia contenendo il contagio, sia proteggendo ciascun individuo dagli effetti gravi della malattia. E infine, nella fase OMICRON, sia pure di fronte ad un alto tasso di contagi, la malattia ha perso la sua gravità e possiamo metter in conto per il futuro una convivenza ragionevole con il virus. 
Credo sia inutile a questo punto notare che questa convivenza sarà possibile solo se sarà mantenuta una certa attenzione e non ignorando la circolazione del virus (tra l’altro dovremo porci il problema di una campagna di vaccinazione in autunno).

A proposito di motti e detti d’altri tempi, da quando si è insediato il nuovo governo ci troviamo di fronte ad un brulicare continuo di dichiarazioni, atti, posture che evocano le frasi stentoree e spaccone cui accennavo all’inizio. L’ultimo esempio è la circolare del ministro dell’Istruzione (e del Merito) che commenta la lettera della preside fiorentina definendola “una lettera del tutto impropria” … sì … 
“QUI NON SI FA POLITICA”
si trovava scritto a quei tempi ….

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