Merry Christmas

Erano i giorni intorno a Natale e per passare una giornata piena a Chicago partimmo ancora col buio. Così arrivammo presto di mattina, quando tutto era ancora fermo e l’unico posto aperto per una colazione era un MacDonald che iniziava la giornata.
Era ancora vuoto e una ragazza puliva accuratamente i tavoli in attesa dei nuovi avventori. Poi andai in bagno, e qui mi accolse un gruppo di barboni che prima di iniziare la giornata erano lì a lavarsi, radersi, chiacchierare e bere il caffè da asporto appena comprato al banco. Mi salutarono amichevolmente come spesso gli americani che si incontrano per caso nelle strade e nei negozi, e sfiorai per la prima volta quel mondo poco visibile che in America vive accanto a quello più ufficiale, fatto appunto di MacDonald affollati, mall commerciali, quartieri di case borghesi ciascuna col suo giardino sul retro (dove un canestro da basket attende sempre il momento in cui si eserciterà l’estro di un padre che spende il weekend a giocare col figlio ragazzino).
Mi chiesi chi fossero e immaginai non avessero un posto fisso in cui stare, ma si muovessero continuamente facendo lavori occasionali, quanto bastasse per vivere e per il resto percorressero la strada. Due di loro li incontrai di nuovo più tardi nella giornata, con un berretto da Babbo Natale in testa, che suonavano il sassofono per intrattenere i passanti.


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