Almanacchi

Sono questi i giorni del Venditore d'almanacchi che, visti i tempi che corrono, immagino sia piuttosto imbarazzato a cercare di vendere l'anno nuovo facendolo passare per più più assai felice dell'anno passato. D'altra parte il nostro Passeggere, che cerca di confonderlo interrogandolo sulla felicità, finisce per costringerlo ad uno "speriamo" che è in fondo tutto quello che il Venditore può appunto garantire.
C'è di più, credo, nel breve saggio di pessimismo leopardiano, perché alla fine il povero Venditore confuso finisce per prendersi i trenta soldi e raggiunge lo scopo di un attimo di soddisfazione (o felicità) sconosciuto al Passeggere che da parte sua non si trova a suo agio dentro nessun covile o cuna e pensa che la natura gli abbia negato anche la speme che invece il Venditore offre a tutti con successo.
C'è da chiedersi se quell'attimo di felicità (o serenità, o soddisfazione) non l'abbia conosciuto in fondo anche lui, al di là della noia, proprio nel momento in cui ha composto i suoi versi per dire che la felicità e la speranza gli sono negate. In fondo si tratta di un attimo sottratto alla noia. E d'altra parte, per qualcuno la soluzione è proprio questa. Non per niente Mnemòsine conclude il suo dialogo con Esiodo incoraggiandolo a scrivere: prova a dire ai mortali queste cose che sai.

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